Corno rosso, leggenda del portafortuna

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Ed eccoci qui ad analizzare un altro portafortuna ilo corno, considerato dai partenopei il portafortuna per eccellenza se non uno dei più famosi.

Spesso è un gioiello in oro o argento ma spesso si trova nel suo caratteristico colore rosso ed il materiale per lo più è il corallo, anche se per la maggior parte delle volte il materiale più comune è la plastica. 

Le dimensioni variano e spesso il corno reca in testa anche una coroncina ricordando così il caratteristico aspetto del peperoncino.

Ma perché è considerato un portafortuna? 

Pare che ciò sia dovuto addirittura alla preistoria quando gli uomini delle caverne intorno al 3500 a.C. usavano appendere le corna degli animali uccisi all’ingresso della caverna come simbolo di potenza e protezione. 

Tale tradizione poi è proseguita nel tempo, basti pensare agli elmi vichinghi che erano dotati di corna. 

E furono proprio loro a costruire i primi corni portafortuna usando per lo più materiali come la terracotta e il legno.

Tuttavia altre leggende vogliono che il corno napoletano assomigli e sia la rappresentazione del fallo di Priapo, Dio della prosperità, ritenuto dai Greci protettore dalla cattiva sorte. 

La spiegazione per quanto assurda potrebbe essere plausibile visto che vari simboli di questo genere sono stati trovati negli scavi di Pompei ed Ercolano. 

Perché il corno porti fortuna ci sono però alcune regole da seguire: deve essere storto, rigido e con la punta, deve essere realizzato a mano per assorbire le energie positive dell’artigiano, deve essere rosso come il sangue che è sinonimo di vita e soprattutto deve essere regalato e mai acquistato. 

Una volta comprato quando si regala alla persona che si vuole protetta dal malocchio va punto il suo palmo aperto della mano sinistra con la punta del corno e l’amuleto sarà attivo. 

E se la punta si rompe? In quel caso vuol dire che l’amuleto ha svolto la sua funzione.

Di Giovannetti Benedetta

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