La tavola di Pasqua, idee e consigli dalle esperte di interior decoration

Creatività, fantasia e preparazione per portare un tocco di stile in più alla tavola delle feste e all’arredo di casa.

di Alberto Piastrellini

La tavola delle feste, da sempre, è allo stesso tempo croce e delizia della padrona di casa. Se la tovaglia è il biglietto da visita, è l’apparecchiatura che fa la differenza e nella sobrietà od esuberanza della mise en place si misurano cadute e trionfi di stile nella battaglia per l’eleganza ove un pur piccolo passo falso conduce inesorabilmente dallo chic al kitsch.

Le complicazioni, poi, si moltiplicano quando si pensa (o non si pensa) organicamente all’apparato decorativo della casa in generale, allorquando la presenza di più temi, magari contrastanti tra loro, o la mancanza di un’idea generale provoca una sovrapposizione di elementi, di per se magari interessanti presi singolarmente, ma caotici e disarmonici nella somma.

Per orientare i profani nel mare magnum della decorazione d’interni, giacché lo stile si impara e non è mai troppo tardi, noi di Donna di Fiori siamo andati a consultare due giovani donne, sorelle, che hanno fatto della passione congiunta per l’home decoration una professione che ormai conta più di 25 anni di esperienza.

Catia e Maila Cesini ci hanno accolto all’interno del loro negozio Il ya, in Ancona, piacevole scrigno di idee creative per arredare la casa e la persona dove abbiamo potuto carpire qualche segreto di bottega per allestire al meglio la tavola di Pasqua.

Il ya nasce da un’idea di nostro padre – è Catia a rompere il ghiaccio – che aveva già avviata una propria impresa. Io, da geometra tirocinante presso uno studio di architettura specializzato in design di interni mi sono appassionata al decoro e in mia sorella ho trovato la partner ideale”.

Il negozio lo abbiamo aperto nei primi anni ’90 – aggiunge Maila – quasi in punta di piedi e in un quartiere periferico rispetto al centro della città, ma sin da subito sono state le clienti a spingere la crescita, sia con il passaparola, sia con il segnalarci questa o quell’azienda, questo o quel prodotto. Una dinamica che prosegue ancora oggi dal momento che chi è appassionato di decorazione di interni, osserva, studia, copia e ricerca continuamente nuovi stimoli per appagare la sua creatività”.

Intorno a noi, candele, diffusori di aromi, tessuti e tovagliati, vetri e cristalli, bicchieri, caraffe e oggetti per la tavola scenograficamente accostati ad allestire angoli e ambienti raffinati e riposanti che accendono la fantasia e il desiderio.

Quanto è seguita
dal pubblico – chiedo – la decorazione di interni in Italia oggi?C’è molta attenzione” risponde Catia è porta ad esempio il mutato approccio ad un oggetto familiare come l’albero di Natale.
Fino a trent’anni fa l’immagine dominante era standardizzata e sovraccarica di luci, colori ed intermittenze; oggi si tende ad inserirlo all’interno dell’arredamento, in dialogo con gli altri oggetti della casa alla ricerca di una risonanza armonica con il microcosmo domestico. L’albero di Natale diventa un vero e proprio oggetto di arredo che deve seguire lo stile della casa”.

Lo stesso dicasi per la decorazione della tavola – interviene Maila – un arredamento minimal vorrà elementi discreti e lineari, viceversa: un design più classico dell’interno potrà sposarsi con l’esuberanza di decori floreali che strizzano l’occhio al barocco…”.

L’evocazione casuale di uno stile genera le domande successive: qual è la tendenza dominante per il 2019, quali colori, quali oggetti?
Non ha dubbi Maila: “Il 2019 è già iniziato all’insegna del Boho chic che tende a riportare nell’arredamento e sulla tavola colore, pizzi e merletti e la preferenza per le fibre naturali.
In questo stile l’anticonformismo bohemien, giovanile ed esuberante si sposa alla ricerca di un’eleganza alternativa, non rumorosa ma neppure troppo seriosa. La tavola Boho chic ha una mise en place tutta naturale in termini di materiali, toni e colori che denota una sua personalità
”.

La tavola delle feste si veste quindi di lino prezioso, mentre il cotone è riservato alla mensa di tutti i giorni. Ma non solo: “Per Pasqua abbiamo proposto recentemente una mise en place tutta green: lino, sottopiatti e ciotoline in fibra naturale, piatti in fibra di bambù e resina naturale compostabili dopo 3.500 lavaggi. Anche per i bicchieri e le caraffe abbiamo una proposta rispettosa dell’ambiente e della salute: vetro borosilicato molto resistente agli sbalzi termini grazie al suo coefficiente di dilatazione molecolare e dalla forte resa estetica in termini di leggerezza, resistenza e lucentezza. Un ottimo sostituto del cristallo senza, però, la presenza del piombo”.

E ancora è la Natura il tema dominante della tavola di Pasqua, con tutti i richiami alla primavera suggerita nella decorazione dei tovaglioli e nella piega a fiore degli stessi; per la scelta dei colori lo stile Boho chic preferisce i colori decisi, mentre nei toni più chiari si possono utilizzare tutte le sfumature della terra, dal bianco al caffè.

A questo punto mi chiedo se la proposta di oggetti di decoro prodotti industrialmente non vada un po’ a discapito dell’hand made, della manualità, del crafting e la risposta di Maila è categorica quanto semplice: “Assolutamente no!”, perché, e non si stenta a capirlo, la creatività nell’home decoration si gioca su combinazioni infinite di elementi più o meno definiti “così come musiche ed armonie sempre diverse scaturiscono dalla combinazione di sole 7 note”.

In questo senso prodotti industriali di design possono avere infinite applicazioni a seconda dell’ambiente in cui sono inseriti, del dialogo con altri oggetti, fino all’utilizzo alternativo che stravolge e reinventa la funzione primaria dell’oggetto stesso. L’esempio più semplice è quello del bicchiere che diventa portacandele… è sempre la creatività personale a fare la differenza.

Ma non si tratta solo di questo, ok la creatività (e il web in questo è una fonte infinita di idee e stimoli), occorre anche un po’ di preparazione e di esperienza.

Teniamo e organizziamo corsi sin dal 1993 – spiega Catia – con tassi di presenza molto alti, spesso difficili da gestire. Addirittura, per qualche periodo abbiamo dovuto sospendere le iniziative perché le domande di accesso erano talmente numerose che gli esclusi superavano in numero i presenti generando un malcontento che poco si accordava al nostro spirito alimentando un sentiment negativo nei confronti delle iniziative stesse. Dopo qualche anno di stop, grazie ad una rete di impresa, abbiamo aperto un ulteriore punto vendita all’interno di una realtà più grande che ci consente di organizzare, grazie ad uno spazio di 800 m2, eventi tematici fino a 500 persone e devo dire che l’interesse su questi temi è andato sempre in crescendo”.

Per tornare alla nostra tavola di Pasqua, cerco di strappare qualche consiglio in più…
Già dei semplici tovaglioli di carta con stampa raffinata garantiscono un tocco diverso alla tavola delle feste – suggerisce Maila – ma non solo: la piegatura originale influisce molto sulla qualità estetica della mise en place, che comunque, quale che sia lo stile scelto, deve sempre accordarsi con il tema e con il menù”.

Si, perché – ed è Catia a parlare, questa volta – lo studio della decorazione di una tavola deve tener presente la scelta dei cibi che saranno proposti, ma anche la grandezza della tavola stessa ed il numero degli ospiti. Sono particolari semplici ma importanti se si vuole esaltare al massimo il lavoro creativo.

Prima di salutare Catia e Maila, chiedo loro cosa rappresenta la casa ricevendo in risposta quattro parole: sogno, bellezza, meraviglia, evoluzione e una ammonizione…
Quando siamo chiamate in casa per qualche suggerimento, un piccolo o un grande restyling – avverte Catia – ciò che dico sempre è che la casa deve rispecchiare la personalità del proprietario. Quello che possiamo suggerire, prima o poi dovrà fare i conti con le esigenze della persona che abita la casa, la quale, inevitabilmente evolverà di pari passo con i suoi abitanti”.




Bottle garden: lo stupore di un giardino sottovetro

Un giardino in bottiglia porta un angolo di Natura in casa, arreda con discrezione e dà la possibilità di osservare e comprendere la magia dei processi naturali.

Di Alberto Piastrellini

Da sempre godiamo nell’avere accanto, all’interno delle nostre case, elementi naturali vivi che ci avvicinano a quella dimensione naturale che, il progresso ci ha lentamente alienato.Se vasi, fioriere e cache pot allietano e rinfrescano gli interni e gli esterni delle abitazioni arrivando a costruire financo rigogliosi angoli verdi degni di una foresta tropicale in miniatura, se la tecnica bonsai ci consente la magica illusione di poter disporre di alberi centenari in soggiorno; se l’arte ikebana della disposizione di fiori recisi ed elementi vegetali ci apre la mente alla gioiosa contemplazione di effimere schegge di Natura, la presenza di un giardino in bottiglia stimola la fantasia e la curiosità dell’osservatore e, per l’appassionato di lavoretti green rappresenta una sfida di non poco conto.

Il contrasto rappresentato dai toni bruni della torba e delle sabbie ed il verde tenero delle foglie minute vestite di goccioline di umidità evoca l’immagine di un meraviglioso altrove ideale e primordiale dove la natura regna incontrastata e selvaggia. Allo stesso tempo, la superfice brillante del vetro delimita il confine del microcosmo svelando la realtà di un ambiente educato dall’uomo ma, non per questo meno meraviglioso.

Il giardino in bottiglia, parente povero del terrario costituisce un vivace elemento d’arredo in grado di sposarsi con un’ampia varietà di stili e di non sfigurare affatto con il design contemporaneo grazie alla diversa personalità dei contenitori utilizzati che vanno dalle classiche bottiglie panciute, ai grossi barattoli in vetro in un crescendo di forme e dimensioni che solo la fantasia e la disponibilità possono frenare.

L’importante è considerare attentamente l’apertura di accesso al contenitore che dovrà essere abbastanza larga da consentire l’inserimento delle piante e degli eventuali accessori (pietre e miniature) e tutte le operazioni di allestimento e mantenimento degli elementi vegetali.

Il giardino in bottiglia deve prevedere un substrato sufficientemente drenante (per evitare ristagni d’acqua che possono favorire la marcita delle radici e la comparsa di muffe) ed allo stesso tempo in grado di immagazzinare sufficientemente l’umidità che, grazie alla luce del sole impregnerà l’interno del contenitore per ricadere sulle foglie delle piante in un ciclo perfetto che, se ben equilibrato, potrà mantenersi tale senza troppi interventi esterni in termini di annaffiature.

Importante, in fase di allestimento del posizionamento del terriccio e del ghiaietto drenante, prevedere un sottile strato di carbone attivo che avrà la funzione di purificare i residui di eventuali decomposizioni organiche che potrebbero causa cattivi odori.

La scelta delle piante, ovviamente, è fondamentale: dimensioni contenute, ottima tolleranza all’umidità e alla penombra costituiscono gli elementi base per partire nella selezione, poi forma, portamento e colore vengono di conseguenza accanto ad una necessaria riflessione circa la convivenza di specie diverse.

Il giardino in bottiglia non dovrebbe mai essere esposto alla luce diretta del sole. Un eccessivo surriscaldamento potrebbe scompensare il delicato equilibrio dell’ambiente interno provocando una eccessiva evaporazione o la secchezza del terreno e delle piante (soprattutto se il contenitore è chiuso).

Per quanto riguarda l’irrigazione, meglio servirsi del vaporizzatore ma solo quando la superficie interna del vetro appare libera da condensa, cosa che rivela come la “scorta” di umidità del terreno sia esaurita.

E adesso, spazio alla fantasia e alla sperimentazione!
Magari si può partire con un semplice barattolo o un vecchio contenitore per caramelle e una singola piantina per poi allargarsi ad allestimenti più importanti.
L’importante è considerare che si ha a che fare con esseri viventi che hanno le loro esigenze.