Ecate, la dea greca della magia e dei misteri

Ecate, nella mitologia greca, era una dea complessa e misteriosa associata a vari aspetti della vita e della natura. Era considerata la dea della magia, della stregoneria, della notte, dei fantasmi e delle negromanzie. La sua figura era spesso collegata a incroci e strade, dove si riteneva potesse apparire, e per questo era anche conosciuta come la dea degli incroci.

Chi era Ecate

Le origini di Ecate sono avvolte nel mistero e nelle contraddizioni, riflettendo la sua natura enigmatica. Secondo una versione del mito, Ecate era figlia dei titani Perse e Asteria, mentre altre tradizioni la descrivono come figlia di Zeus e Demetra. Queste narrazioni diverse non fanno che arricchire la complessità del suo personaggio, sottolineando la sua unicità e la sua indipendenza dagli altri Dèi dell’Olimpo. Ecate è spesso raffigurata con tre corpi o tre teste, simbolo della sua natura triplice e del suo dominio su cielo, terra e mare. Questa rappresentazione triplice riflette anche la sua capacità di muoversi tra il mondo dei vivi e quello dei morti, una qualità che la rendeva una guida per le anime nell’oltretomba e una potente protettrice dei viaggiatori, specialmente di notte.

Uno degli aspetti più caratteristici di Ecate è il suo legame con gli incroci e le strade

Gli incroci, simbolo di scelta e cambiamento, erano considerati luoghi sacri, dove Ecate poteva manifestarsi. Qui, i viaggiatori lasciavano offerte per ottenere la sua protezione o per placare il suo spirito. Questo ruolo di custode degli incroci la collegava anche ai riti di passaggio e ai momenti di transizione nella vita delle persone.

Ecate era venerata come la dea della magia e della stregoneria, un ruolo che la rendeva particolarmente potente e temuta. I suoi poteri magici erano invocati durante la luna nuova, un momento considerato propizio per le pratiche esoteriche. Era associata a incantesimi, negromanzia e rituali oscuri, ma anche a protezioni contro le forze maligne. Questa duplicità la rendeva una figura ambigua: una potente strega, ma anche una protettrice saggia.

Iconografia, simboli culto e devozione

Ecate era spesso raffigurata con animali che simboleggiavano la sua connessione con il mondo sotterraneo e la magia. I cani, in particolare, erano considerati suoi fedeli compagni, spesso associati alle sue apparizioni notturne. Anche i serpenti e i cavalli erano simboli a lei legati, rappresentando la sua saggezza occulta e il suo potere trasformatore.

Il culto di Ecate era diffuso in tutto il mondo greco, ma trovava particolare espressione in alcune regioni, dove i suoi poteri erano venerati con devozione. Santuari a lei dedicati erano spesso situati in luoghi remoti o vicino agli incroci, riflettendo il suo ruolo di guardiana dei limiti. Le offerte votive a Ecate includevano cibo, bevande e oggetti magici, tutti lasciati in suo onore per ottenere favori o protezione.

Nell’antica Magna Grecia, a Selinunte, in Sicilia, sorgeva un tempio dedicato a Ecate, di cui oggi restano solo le rovine. Un altro tempio dedicato alla dea si trovava a Lagina, in Grecia, e anch’esso è ridotto a rovine nei giorni nostri.

Ecate rimane una delle divinità più intriganti della mitologia greca, un simbolo di potere, mistero e dualità. La sua capacità di muoversi tra mondi diversi, il suo dominio sulla magia e la sua protezione sui viaggiatori e sulle anime dei morti la rende una figura complessa e venerata. Attraverso la sua iconografia e il suo culto, Ecate continua a evocare immagini di forza e saggezza, mantenendo viva la sua leggenda nei secoli.

Ecate e la Storia dell’Arte 

Oltre a essere adorata nei templi a lei dedicati in Grecia e in Magna  Grecia, ci sono poche rappresentazioni di Ecate nelle arti visive.

In scultura la dea è rappresentata dalla bellissima statua conservata nei Musei Vaticani a Roma, detta Ecate Chiaramonti, scultura romana copia di un originale ellenistico.

A Berlino, nel Pergamonmuseum è conservata la parte anteriore del fregio dell’altare di Zeus, conosciuto anche come altare di Pergamo. La dea è raffigurata mentre combatte contro Clizio, un gigante figlio di Gea e Tartaro. Il rilievo del fregio è del IV secolo a.C.

Infine, William Blake, pittore, illustratore, incisore e poeta inglese ha dipinto nel 1795 

La triplice Ecate”, una tela conservata a Londra alla Tate Gallery.

L’opera presenta una scena da incubo con creature fantastiche ed è dipinta con toni profondi e masse audaci.

In letteratura, Ecate è menzionata nel “Macbeth” di William Shakespeare, dove appare in atto III, scena V, e in atto IV, scena I. 

Ecate è la dea della stregoneria e rappresenta un’influenza oscura e potente sulle tre streghe (le Weird Sisters) che profetizzano il destino di Macbeth.

By Rosa Maria Garofalo




Le pietre delle streghe

di Benedetta Giovannetti

Durante una camminata o in riva al mare vi è mai capitato di trovare un sasso bucato? Non sono pietre facili da trovare eppure e in riva ai laghi, sulle spiagge e lungo i torrenti ogni tanto se ne trova qualcuna ma cosa rappresentano?
Allora se trovate qualcuna di queste pietre forate raccoglietela perché secondo le culture nordiche è un dono che la natura ha pensato per voi, si ritiene infatti che queste pietre siano una sorta di talismano naturale che protegge dalle malattie, dagli spiriti maligni e che porti fortuna e prosperità.
Tale leggenda però non è una credenza di un popolo isolato ma è alla base di moltissime culture ed è di origine antichissima.
Infatti non solo tale pietra si trova sotto forma di reperto in molti musei di storia naturale ma anche altri portafortuna come l’acchiappasogni dei nativi americani e alcune monete cinesi hanno la stessa conformazione.
Questo prova che tutti i popoli avevano un culto per questo simbolo e che era venerato al pari degli dei. In Europa possiamo far risalire questa credenza ai celti.
Le pietre forate in maniera naturale sono tali per effetti di acqua, aria o a volte degli animali, che scavano nella pietra fino a che non appare un foro che crea quella che oggi viene chiamata la pietra delle streghe. A queste pietre erano appunto riconosciuti poteri magici tipo capacità curative, protezioni da maledizione, dalle streghe e dalle malattie.
Ancora oggi in Norvegia e Svezia queste pietre sono appese sulle culle dei neonati e sulle pareti dei letti degli ammalati perché si ritiene siano in grado di scongiurare gli incubi e conciliare il sonno.
Ma la loro capacità più potente sarebbe quella di aprire le finestre attraverso le quali vedere il mondo degli spiriti invisibili.
Secondo un’altra leggenda se si guarda attraverso il foro della pietra è possibile vedere le creature del Piccolo Popolo tipo fate, folletti, gnomi e di entrare in contatto con esse.