Eos,la dea dell’aurora

Mitologica personificazione dell’aurora portava con sé l’incanto dell’alba e l’inizio di un nuovo giorno.

Chi era Eos

Nella mitologia greca Eos o Aurora per i Romani, era figlia di Iperiore e Tea, sorella di Selene ed Elio.

Era sposata con Astreo, un altro personaggio mitologico, da cui ebbe molti figli, tra cui i quattro venti Zefiro, Borea, Austro e Apeliote, gli Astri del cielo, e poi Fosforo, Vespero e Astrea.

Eos fu descritta come una dea dai molti partner e da ognuno di questi ebbe dei figli.

Nonostante la donna nella società greca dovesse essere principalmente moglie, madre, sorella, figlia, le divinità femminili erano descritte come donne volitive e dalla sessualità libera, tranne i pochi casi in cui le divinità stesse sceglievano di rimanere vergini, come Estia, Artemide e Athena.

Il grande Omero, descrisse la dea mentre, al termine di ogni notte si alzava dal suo giaciglio a Oriente, saliva sul suo cocchio tirato dai cavalli Lampo e Fetonte, apriva le porte dei cieli correndo verso l’Olimpo, dove annunciava l’approssimarsi di suo fratello Elio, il Sole.

Eos poiché dea disinibita, di certo non si faceva problemi nello scegliersi un partner e quando la dea Afrodite un giorno trovò il marito Ares (Marte per i Romani) nel letto di Eos, invece di prendersela con il proprio marito, preferì punire Eos sua rivale.

Afrodite era una dea maggiore dell’Olimpo, quindi poté punire Eos e la condannò a innamorarsi perdutamente di uomini mortali, nonostante fosse sposata con Astreo, un Titano.

Nel frattempo la dea abbandonò il marito Astreo, quando i Titani persero la guerra contro i nascenti Dei dell’Olimpo e furono rinchiusi nel Tartaro.

Dopo la maledizione di Afrodite, Eos cominciò segretamente a innamorarsi e sedurre giovani mortali: dapprima Orione, figlio di Poseidone, che lei rapì e portò nell’isola sacra di Delo.

I racconti mitologici sul sorgere dell’alba con i colori rossastri e infuocati, ci informano che l’aurora arrossisce ogni giorno al ricordo di quella profanazione.

Poi sedusse Cefalo, figlio di Deione, anch’esso rapito da Eos e portato in Siria, dove gli diede un figlio, Fetonte; poi Clito, nipote di Melampo.

Eos rapì infine Ganimede e Titone.
Il mito più importante di Eos è proprio quello del suo amore per Titone, bello come un dio, figlio di Laomedonte, re di Troia. Dalla loro unione nacquero due figli, Emazione e Memnone. Quest’ultimo regnò sugli Etiopi e morì davanti a Troia combattendo contro Achille.  La dea Eos ottenne da Zeus l’immortalità per suo figlio, e volò via per raccogliere il cadavere e trasportarlo in Etiopia. Essa ancor oggi piange il figlio ogni mattina con lacrime di rugiada.
Quando Zeus le sottrasse Ganimede, essa lo supplicò di rendere Titone immortale e Zeus acconsentì, Eos, però si dimenticò di chiedere per lui anche il dono dell’eterna giovinezza, e Titone cominciò a invecchiare finché le membra gli si disseccarono e la voce quasi svanì. Non potendo più sopportare la vista della sua decadenza fisica, Eos lo chiuse in una stanza da cui più non poté uscire e dove a poco a poco Titone si trasformò in cicala.

Eos e la Storia dell’Arte

Nella ceramica greca Eos fu raffigurata come una giovane e bella donna, con una tiara o diadema in testa e con grandi ali.

La dea è stata il soggetto di numerosi quadri e statue da parte di grandi artisti del passato e dei tempi moderni, sia in pittura, sia in scultura.

William-Adolphe Bouguereau, pittore francese, nel 1881 ha dipinto una seducente Eos seminuda, dai lunghissimi capelli fluttuanti nel vento, che con grazia e leggerezza pare librarsi dal terreno.

La dea avvolta da un mantello vaporoso, quasi una coperta di luce dai tenui colori rosati, che le lascia nuda la parte superiore del corpo, s’inchina con leggiadria nell’annusare il fiore di una grande calla.

Nella mitologia greca, la calla era il fiore simbolo della bellezza e della purezza.

Il quadro intitolato L’Aurora (Eos) si trova negli Stati Uniti, presso il Birmingham Museum of Art a Birmingham, in Alabama.

Evelyn De Morgan, invece, raffigura la dea completamente vestita con un meraviglioso abito ornato di perle e con grandi ali dai colori cangianti dal giallo fino al rosso, i colori dell’alba. Il viso della dea è melanconico, forse pensa al suo amore perduto Titone mentre dall’anfora che tiene appoggiata su una spalla, fluisce dell’acqua.

L’ambiente che circonda la dea è marino.

Questo quadro del 1895 intitolato Eos si può ammirare al Columbia Museum of Art, nel Sud Carolina, Usa. 

François Boucher, un pittore francese del periodo Rococò, ha raffigurato in diversi dipinti, l’episodio dell’amore fra Eos (Aurora) e Cefalo, il bel mortale che lei rapì e sedusse.

I suoi quadri si trovano in diversi Musei europei.

By Rosa Maria Garofalo




Macarons nocciole e cacao

di Benedetta Giovannetti

I macaron sono dolci creati nel 1791 in un convinto vicino Comery, e all’inizio consisteva in due dischi uniti da un filo di cioccolato, il pasticcino odierno invece si compone da due pezzi a cupola, caratterizzata da una superficie liscia con la circonferenza guarnita da increspature e la base piatta. Il macaron francese sio distingue dagli altri macaron perché può avere una più ampia varietà di sapori che vanno dai tradizionali lamponi e cioccolato ai più innovativi tipo tè verde matcha.

Ingredienti:

200 grammi
di zucchero a velo

120 grammi
di farina di mandorle finissima

100 grammi
di albumi, circa tre uova, conservati in frigo da due giorni

30 grammi di
zucchero semolato

30 grammi di
cacao amaro

1 vasetto di
crema spalmabile nocciole e cacao

Per prima
cosa mescolare e setacciare lo zucchero a velo con la farina di mandorle e il
cacao.

Montare a
neve finissima gli albumi usati a temperatura ambiente, aggiungere lo zucchero
semolato e continuare a montare fino a che non otterrete un composto lucido e
sodo.

Incorporate
a più riprese il composto delle polveri setacciate mescolandolo con una
spatola.

Trasferitelo
poi in una sac a poche con in beccuccio liscio.

Foderate la
placca con carta forno o con un tappetino in silicone e distribuite l’impasto,
formando dei dischetti uguali e ben distanziati tra loro. Lasciateli asciugare
per 40 minuti prima di infornarli a 150° per 15 minuti.

Una volta
raffreddate staccate le piccole meringhe ottenute, spalmate un po’ di crema
nocciole e cacao e accoppiatele premendo con molta delicatezza.

Lasciatele
gli ultimi 15 minuti in frigorifero poi saranno pronti da gustare




Scopriamo il Tè, bevanda gentile che ha conquistato il mondo

Di Alberto Piastrellini

Dalla Cina del III Sec. alla diffusione globale, breve storia di un infuso che ha condizionato non solo le abitudini domestiche, ma anche il mercato e la creatività.

La casa lasciata in penombra in un silente pomeriggio d’inverno; l’unica luce è quella della lampada da lettura che rischiara la poltrona preferita, sul tavolinetto, accanto al libro, una tazza di tè espande il suo vapore aromatico…

Per molti è il momento di relax assoluto, magari vagheggiato lungo intere giornate di lavoro convulso; per tanti altri, nelle sue molteplici varianti, il piacere di una tazza di Tè diventa occasione per condividere insieme chiacchiere e golosità, come pure un istante di pausa nel rotolare delle ore.

Fatto sta che il in poco più di tre secoli ha conquistato il gusto dell’umanità finendo per diventare, oggi, la bevanda più consumata al mondo dopo l’acqua pura.

Cerchiamo di ripercorrere insieme il cammino di questo semplice infuso dal suo esordio semi leggendario nell’antica Cina ai fasti del XVIII e del XIX e Secolo rivelando pure che proprio il Tè è stato protagonista nella nascita della nazione americana!

La leggenda del Tè

Un popolare racconto cinese fa risalire la scoperta del Tè ad un antichissimo imperatore del passato il quale sostando a meditare sotto una pianta, si addormentò col paiolo dell’acqua a bollire sul fuoco accanto. Una provvida brezza fece volare alcune foglie dalla pianta nell’acqua e, al suo risveglio, l’imperatore volle provare quella bevanda dall’intenso e soave profumo: era nato il Tè!

In effetti i primi riscontri documentali sull’uso del Tè in Cina ci arrivano direttamente dal III Sec. d. C. allorquando l’infuso è utilizzato dai monaci nelle lunghe sessioni di meditazione. Nei secoli successivi il consumo di Tè come bevanda nobile e medicamentosa si allarga alle classi agiate di Cina e Giappone ove il consumo di Tè diventa una vera e propria filosofia di vita codificata e ritualizzata nella Cerimonia del Tè. Contemporaneamente si diffondono tecniche di coltivazione e trattamento delle foglie a vari gradi di raccolta, essiccazione e fermentazione, sino all’affumicatura che producono le diverse qualità di Tè: bianchi, verdi (cinesi e giapponesi), oolong e neri con centinaia di varianti.

Nel ‘600 il Tè arriva in Europa grazie ai Portoghesi e successivamente l’Olanda lo importa con regolarità grazie alla Compagnia Olandese delle Indie Orientali; ma sarà la Gran Bretagna a decretarne la fortuna commerciale globale grazie alla moda diffusasi nelle isole britanniche già a partire dalla prima metà del 1600, alla diffusione dell’Impero poi e all’aggressiva politica coloniale (il Tè verrà coltivato in India a partire dalla prima metà dell’800 proprio per soddisfare la crescente domanda interna ed internazionale bypassando il monopolio cinese).

Il Tè delle Cinque.

Tè e noblesse: un binomio decisamene consolidato nella storia della popolare bevanda.

Pare che la tradizionale abitudine tutta inglese di consumare Tè e pasticceria dolce/salata a metà pomeriggio derivi dall’abitudine della Contessa Anna di Bedfort che necessitando di un pasto leggero tra il pranzo e la cena (bontà sua), chiese alla sua cameriera di portarle in camera del Tè con qualcosa da mangiare. L’esperienza le piacque a tal punto da invitare ad analoghi conviti altre dame della buona società e la pratica si diffuse presso la nobiltà e l’alta borghesia (il Tè allora era una merce preziosa, da tenere sottochiave, per il popolo lavoratore c’era il Gin…).

Nella solida Inghilterra, le abitudini diventano tradizioni imprescindibili e ancora oggi, nelle Tea Room dei più prestigiosi alberghi che si rifanno ad un ideale di eleganza old style è possibile ordinare un semplice Low tea o un più impegnativo e goloso High tea (un vero e proprio pasto che prevede più portate) serviti nelle impeccabili porcellane prodotte già a partire dal XVII Sec. proprio per soddisfare le esigenze di una clientela esclusiva e golosa di sapori esotici (caffè, cioccolata e, naturalmente: Tè).

I benefici del Tè

Il Tè non è altro che una infusione in acqua delle foglie della pianta Camellia sinensis.

L’infusione estrae dalle foglie i principi attivi in loro contenuti, principalmente: caffeina (quando ci si riferisce al Tè la si chiama teina ma è la stessa sostanza, un alcaloide stimolante del sistema nervoso centrale), teanina (amminoacido psicoattivo), catechina (prezioso antiossidante presente soprattutto nel tè verde e nel tè bianco), teobromina e teofillina (alcaloidi stimolanti presenti anche nel caffè e nel cacao), e infine fluoruri.

Ovviamente questi principi sono presenti in quantità diverse a seconda del tipo di Tè e la stessa durata dell’infusione agisce sull’estrazione degli stessi; ad esempio una infusione prolungata attenua l’effetto della caffeina a causa del maggior acido tannico estratto, responsabile, tra l’altro, del gusto amaro. Inoltre, nel Tè, le proprietà eccitanti della caffeina/teina vengono “tamponate” dalla presenza dei polifenoli.

Combinare Tè diversi a seconda delle ore del giorno, dei pasti, e degli stati d’animo contribuisce ad amplificarne gli effetti: stimolanti e rilassanti al tempo stesso, anti età (grazie all’apporto di sostanze antiossidanti e Vitamina C).

Inoltre, il fluoruro contenuto nel Tè aiuta ha rafforzare lo smalto dei denti e a prevenire l’azione della placca

Ma non solo, i benefici stimolati del Tè fanno gola anche all’industria cosmetica che già da qualche anno ha iniziato a saccheggiare dalla cucina per sperimentare nuovi prodotti per il corpo e la bellezza.

E la nascita della nazione americana che c’entra?

Nella seconda metà del XVIII Secolo, le colonie americane poco digerivano le ingerenze del Governo britannico soprattutto in materia di tassazione di generi di consumo (come il Tè) e di rappresentanza. Nella notte del 16 dicembre 1773 un gruppo di giovani americani del gruppo patriottico Sons of Liberty, dopo essersi travestiti da indiani, diete l’assalto alle navi mercatili inglesi all’ancora nel porto di Boston gettando in mare le casse di Tè destinate alle colonie.

Il “Boston Tea Party” fu il prologo per la Guerra di indipendenza americana (1775).

Un percorso niente male per una semplice fogliolina “caduta” per caso in un paiolo d’acqua bollente più di 1.500 anni fa!